I Pet non sono beni di lusso

Ridurre l’Iva sugli alimenti per animali e le cure veterinarie al 10%, equiparandola a quella già presente sui medicinali veterinari, così da far uscire gli animali da compagnia dalla categoria dei beni di lusso è l’appello che l’Associazione nazionale imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia (Assalco), insieme all’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), rivolge alle istituzioni nazionali. L’Iva imposta in Italia è più di tre volte superiore a quella che c’è, ad esempio, in Germania, dove è al 7%, afferma Gianmarco Ferrari, Presidente di Assalco. L’appello che noi vogliamo lanciare – aggiunge – punta a far capire alle istituzioni che le famiglie italiane ormai hanno adottato gli animali d’affezione come propri membri e per questo si aspettano che la loro cura sia non più associata ai beni di lusso, ma ai beni di utilizzo quotidiano, accedendo così allo scaglione di Iva al 10%. Questo – tiene a chiarire Ferrari – favorirebbe ulteriormente la presenza di Pet nelle case degli italiani, dando a molte più famiglie la possibilità di mantenerli. Inoltre, secondo uno studio di Federanziani, avere un animale da compagnia potrebbe far risparmiare fino a 4 miliardi di euro all’anno in termini di spesa sanitaria, perché la vicinanza di un animale d’affezione porterebbe agli anziani benefici sia psicologici, con riduzione dello stress per mancanza di compagnia, che fisici, grazie al movimento quotidiano che la presenza, soprattutto di un cane, costringe ad avere.

Foto di annvsh08 da Pixabay

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