A livello nazionale e regionale le norme per l’applicazione dei microchip ai cani sono sempre più severe per contrastare i fenomeni di abbandono, randagismo, tratte illegali di cuccioli e benessere delle fattrici (per evitare che siano fatte fare loro troppe cucciolate). Non è più possibile acquistare cuccioli da privati, allevatori o negozianti sprovvisti di microchip: questo perché la legge dice chiaramente che la vendita è possibile solo con cuccioli microchippati. Finora molti bypassavano il problema chiedendo al proprio veterinario di applicare il microchip, ma adesso molte Asl stanno ponendo dei veti in tal senso: i veterinari liberi professionisti che si vedono arrivare un cucciolo comprato o regalato, ma sprovvisto di microchip, non dovranno applicare il microchip come fatto finora ma segnalare la situazione all’Asl che provvederà alle verifiche del caso, appurando perché il venditore o il cedente non abbia provveduto a microchippare il cucciolo a suo nome per poi fare il relativo passaggio di proprietà al nuovo proprietario, così come richiesto dalla legge.
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