Olanda battaglia agli allevamenti intensivi

In Olanda gli agricoltori protestano ormai da quasi un mese contro le proposte del governo guidato da Mark Rutte per ridurre drasticamente le emissioni di azoto dagli allevamenti: un problema storico per i Paesi Bassi, come per le altre aree ad allevamento intensivo in Europa. Così, dopo diversi pronunciamenti della Corte UE e di tribunali nazionali, Rutte ha dovuto affrontare il problema, proponendo una legge per tagliare le emissioni di azoto del 50% entro il 2030. Secondo le stime del governo la cura anti-azoto si tradurrà in un calo del 30% dei capi bovini a livello nazionale. Per un Paese tra i maggiori esportatori di carne e latte dell’UE, con 10 milioni di capi di suini, 3,7 di bovini e oltre cento milioni di volatili a fronte di 17 milioni di abitanti, si tratta di una rivoluzione. I target previsti “sono irrealizzabili e avranno effetti disastrosi non solo sull’agricoltura, ma sulla vitalità economica, sociale e culturale dei territori rurali dei Paesi Bassi”, commenta il portavoce della Lto (organizzazione agricola più rappresentativa del Paese) Wytse Sonnema, che indica proprio in questo “effetto distruttivo” la “causa dell’attuale sfogo di rabbia” degli agricoltori olandesi. Lo scontro in Olanda ha implicazioni sul futuro della produzione alimentare UE: poiché è simbolo dell’allevamento intensivo, ma anche uno dei Paesi che investe di più sulle proteine alternative.

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