Decine di mufloni che vivono sull’Isola del Giglio, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, verranno abbattuti perché accusati di minacciare altre specie. Il muflone non è una specie autoctona, è stata introdotta sull’isola intorno agli anni ’50. Si tratta infatti di una specie considerata specie aliena e invasiva, che mette a rischio la sopravvivenza di altri animali e provoca danni alla biodiversità dell’isola. Dal 2007 ad oggi sono già stati abbattuti quasi cento esemplari e al momento ne sono rimasti circa 40. Il contenimento di questi animali rientra nell’ambito del progetto LIFE “Let’s go Giglio”, finanziato dalla Unione Europea ed attuato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il progetto è finanziato con circa un milione e seicentomila euro di fondi europei e nazionali, una cifra enorme che potrebbe essere spesa per ben altri fini invece che per uccidere quaranta mufloni che oramai vivono in simbiosi con l’ambiente del Giglio che li ospita. Come spiegano le associazioni animaliste, l’Ente Parco ha affermato di essere disponibile a cedere gli animali alle associazioni che li vogliono salvare, ma questa apertura, seppur apprezzabile, getta sulle associazioni stesse tutti gli oneri e i costi che ovviamente sono insostenibili poiché le ONLUS, a differenza degli Enti pubblici, non godono di finanziamenti statali e vivono di donazioni. Quindi, inevitabilmente, la condanna a morte per i mufloni è confermata.
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