Dalla chiusura definitiva degli allevamenti di animali per ricavarne pellicce, al rifinanziamento del fondo per la fauna selvatica, alla creazione di un nuovo fondo per interventi straordinari contro il randagismo nel Mezzogiorno, alla riduzione dell’IVA su alimenti per animali e cure veterinarie. Sono le proposte contenute nel pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio messo a punto dall’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e presentato alla Camera, dalla Presidente On. Michela Vittoria Brambilla, dalla Vicepresidente Sen. Loredana De Petris (LeU) e dai componenti Sen. Gabriella Giammanco (Fi) e Sen. Gianluca Periĺli (M5S). L’emendamento sugli allevamenti di visoni (10 quelli ancora attivi in Italia) prevede la chiusura definitiva, entro sei mesi, degli stabilimenti, la cui attività oggi è solo sospesa a causa della presenza del virus SarsCov2 tra gli animali; indennizzi e contributi alle imprese parametrati sul numero dei capi ancora presenti, sul fatturato dell’ultimo ciclo produttivo e sulle spese sostenute per la demolizione o la riconversione degli impianti; una corsia preferenziale per l’assegnazione di parte (5 milioni di euro) dei fondi del PNRR destinati all’agrivoltaico. La seconda modifica assegna la stessa cifra alla cura e al recupero degli animali selvatici, incrementando il Fondo nazionale già esistente. Il terzo emendamento istituisce un fondo ex novo, con una dotazione di due milioni l’anno nel prossimo triennio, per finanziare interventi straordinari di contrasto al randagismo nel Sud e nelle isole (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna), superando la ripartizione prevista dalla legge 281/1991 che riguarda tutte le Regioni indipendentemente dalla gravità del fenomeno nei singoli territori. Altri due emendamenti hanno il fine di ridurre gli oneri fiscali indiretti sui proprietari di animali d’affezione e perciò prevedono, indicando adeguate coperture, di portare al 10 per cento l’IVA sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per gli animali d’affezione, com ad esempio in Germania dove viene applicato il 7 per cento.
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