Il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, il National Biodiversity Future Center prenderà il via con 300 milioni di euro e 1.300 ricercatori. Coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, è uno dei cinque centri nazionali istituiti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e fra i temi dei quali si occuperà ci sono le strategie per affrontare la crisi climatica e quelle per le specie aliene invasive, il recupero degli ecosistemi degradati e lo studio delle specie in pericolo. Il Centro avrà inoltre l’obiettivo di comprendere e affrontare i fattori connessi al declino della biodiversità a livello marino, terrestre e urbano, e di valorizzare la biodiversità per farne una grande occasione di sviluppo economico. “Una delle caratteristiche peculiari del nuovo centro sarà il cosiddetto ‘biodiversity gateway’, spiega Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, un’infrastruttura virtuale che potrà essere aperta ovunque, io immagino già una costellazione”. Carlo Calfapietra, direttore dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr: “Il nostro territorio ospita 130 ecosistemi, 60mila specie animali e 10mila specie di piante vascolari. Il Mediterraneo raccoglie il 7,5% della biodiversità marina di tutto il mondo, e l’Italia ha anche 12 milioni di ettari di foreste, di cui il 45% classificati ad alto contenuto di biodiversità”.
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