Il lupo è tornato tra noi e la convivenza è possibile. La questione va affrontata sul piano scientifico e supportata da una corretta informazione. Le osservazioni sempre più frequenti e le predazioni su animali domestici – spiega l’Associazione Biologi del Veneto (Abv) – devono essere mediate dalla conoscenza delle misure da intraprendere per ridurre questo fenomeno che crea danni e disagi. Secondo ABV, l’antidoto al conflitto sociale che si crea ogni volta che appare una crisi faunistica (l’orso in Trentino o i cinghiali in città), è la prevenzione e una corretta comunicazione, in grado di stimolare un rapporto con la natura basato sulla conoscenza della biologia delle specie e non sulle fake news o i vecchi stereotipi. In Regioni come l’Abruzzo, dove il lupo è sempre stato presente, ricorda l’Associazione, la convivenza tra allevatori e lupo è radicata nella cultura: nessun allevatore si sognerebbe di non dotare, il proprio allevamento al pascolo, di reti elettrificate e cani da pecora abruzzese-maremmano, riconosciuti a livello mondiale come i cani più efficaci nella protezione dai predatori. La prevenzione è tanto più efficace quanto è costruita su misura degli animali domestici da proteggere, caso per caso, azienda per azienda, località per località e realizzata da chi ha una profonda conoscenza del lupo; in caso contrario queste recinzioni elettriche diventano una trappola. Inoltre, ad esempio è anche importante per un escursionista, qualora incrociasse un gregge protetto da questi cani, sapere che non deve avvicinarsi, per non destare la reazione protettiva degli animali, ma allontanarsi con tranquillità. Abv ricorda inoltre che nel PSR – Piano di Sviluppo Rurale – esiste la misura 4.4.3 che fornisce indennizzi a chi acquista reti elettrificate e cani da pastore, che deve essere promossa in tutte le aree a rischio per impedire le predazioni da lupo degli allevamenti, in modo che questi predatori possano rivolgersi alla fauna selvatica per garantire un contenimento naturale degli ungulati.
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