Da un lato
In Ucraina in una guerra che massacra giovanissimi soldati e uccide genitori, fratelli e figli, gli animali domestici non passano in secondo piano. Fin dal primo giorno, è stato chiaro che gli ucraini – pur sotto le bombe – non avevano intenzione di dimenticare gli amici a quattro zampe. Così sui media e sui social si moltiplicano le storie e le immagini di cani e gatti protetti nei rifugi, coccolati dai soldati, persino tirati fuori dalle macerie con la stessa cura dedicata alle persone. Oppure, molto più spesso, al seguito dei padroni, tenuti in braccio, a spalla quando troppo anziani e malati, al guinzaglio per centinaia di chilometri e in marsupi sistemati tra le poche cose scampate alle macerie. Sui social sono decine gli appelli per sostenere i rescue impegnati a garantire assistenza alle migliaia di cani che non hanno più una casa.
Dall’altro
Un blitz della polizia di Stato, ieri sera, a Canicattì, ha consentito di interrompere un combattimento illegale di cani. Poco dopo le 20 gli uomini del commissariato di Canicattì insieme ai colleghi della Squadra mobile di Agrigento e del nucleo anticrimine di Palermo sono entrati in azione in contrada Graziano Di Giovanna con l’aiuto di un elicottero. Per 23 persone condotte in commissariato è scattata la denuncia per partecipazione a scommesse illegali legate ai combattimenti clandestini tra cani. Gli animali sono stati affidati al servizio veterinario dell’Asp. Enpa si costituirà parte civile nelle prossime settimane in questo procedimento, così come a Imperia sempre per maltrattamenti di animali legati ai combattimenti illegali. Allevati nella violenza per la violenza, torturati nella mente e nel fisico, drogati e infine scatenati l’uno contro l’altro. Ogni anno sono troppi i cani che muoiono così. In pochi riescono a uscire da questo inferno e quelli che ce la fanno hanno bisogno di un incredibile lavoro per tornare a una vita normale.
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