Vive in Veneto ed è il gemello del cavallo della Camargue: è il Cavallo del Delta. Dalla Camargue, agli inizi degli anni ’70, è stato introdotto nel Parco del Delta del Po, dove le strette analogie del territorio e della vegetazione con quelle del Delta del Rodano hanno di fatto naturalizzato a pieno il cavallo tanto da dare origine ad una selezione Delta italiana. Un anno fa se ne contavano 21 esemplari in tutto il Veneto, a rischio estinzione. Ora però si apprestano a rinascere in un’area di cinque ettari nel cuore di Vallevecchia, alle spalle della Brussa di Caorle. E’ qui infatti che da oggi i visitatori, oltre alle tante bellezze naturalistiche, potranno ammirare dall’alto di alcune altane costruite appositamente, una mandria di cavalli bianchi appena acquisiti da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura. Uno stallone e nove fattrici. Sono Cavalli del Delta e questa mattina nell’azienda pilota dimostrativa Vallevecchia di Veneto Agricoltura, alla presenza del presidente della Regione Luca Zaia, sono stati battezzati ufficialmente come nucleo di conservazione allo stato brado di questa razza, cavalli selvaggi. Attualmente in Veneto ci sono una decina di allevamenti di piccolissime dimensioni (in media due capi per allevamento) che garantiscono la conservazione di questa razza. Le dimensioni della mandria di Vallevecchia danno l’idea di una svolta e dell’importanza del progetto voluto dalla Regione del Veneto e attuato da Veneto Agricoltura, utile sotto il profilo della conservazione della biodiversità, ma anche sotto l’aspetto turistico, paesaggistico e culturale.
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