Il recupero di un carcere

Non solo la camiceria, la sartoria per le mascherine e le pochette o il laboratorio di dolci: la “rinascita e trasformazione” del carcere di Santa Maria Capua Vetere da istituto noto per le violenze ai danni dei detenuti a istituto “modello”, passa anche attraverso altri progetti “pilota” diretti alla rieducazione del detenuto ma anche alla risoluzione di problemi del territorio. Ecco quindi che oggi, nel giorno in cui è stato celebrato l’arrivo dell’acqua corrente nell’istituto di pena, sono stati presentati i progetti per la realizzazione all’interno del carcere di un ospedale veterinario con pronto soccorso, e di un canile municipale. I detenuti saranno chiamati a partecipare alla cura degli animali e alle attività ospedaliere, ovviamente dopo un periodo di formazione. “I lavori del presidio veterinario inizieranno nei primi mesi del 2023” assicura il direttore generale dell’Asl di Caserta Amedeo Blasotti. Sarà un presidio con due sale operatorie, box all’esterno per la riabilitazione e un centro per il recupero della fauna selvatica”. C’è poi il progetto del canile municipale, che sarà realizzato da Comune di Santa Maria Capua Vetere e Regione. “Quello di strutture interne al carcere per curare gli animali è un sogno che si avvera” dice il direttore del carcere Donatella Rotundo, che da quando si è insediata, nel settembre 2021, ha dato una svolta al carcere, noto solo per le violenze e i problemi idrici, facendo rete con le altre istituzioni territoriali e realizzando laboratori di sartoria, di dolci e altre iniziative di concreto rilancio.

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